Partiamo subito chiarendo il concetto di co-sleeping: mamma e bambino dormono vicini ma non necessariamente nello stesso letto, in modo tale che la mamma possa toccare/consolare il bambino senza uscire dal suo letto. Ciò permette di gestire in maniera agevole i risvegli notturni, non dovendo uscire dal proprio letto per rispondere ai bisogni del bambino e aiutarlo a riaddormentarsi.

Molto spesso vedo che il co-sleeping viene interpretato come mamma e bimbo che dormono nello stesso letto, ma questo in realtà si chiama bed-sharing ed è una delle varie forme di co-sleeping: per esempio anche avere una culla vicino al lettone è una forma di co-sleeping efficace, se non ci sentiamo di condividere il nostro letto matrimoniale con il bambino.

Il co-sleeping è davvero rischioso?

Co-sleeping

Chiarita l’impostazione del co-sleeping, è importante precisare che ci sono alcuni casi in cui è sconsigliato come ad esempio: in caso di dipendenze patologiche, in caso la mamma assuma narcotici o psicofarmaci, in caso si abbia ecceduto nell’alcool ecc…, ma solo in questi casi abbastanza estremi è sconsigliato, mentre per tutte le altre situazioni avete il via libera!!!

Una volta escluso queste situazioni, vi consiglio sempre di leggere con attenzione e mettere in pratica i consigli per prevenire la Sids, fondamentali sia nel co-sleeping the nel bed-sharing. Avendo chiari questi principi, sta alla famiglia decidere come dormire con il proprio figlio in base anche a quello che piace al bambino (indi per cui lo fa dormire meglio).

Co-sleeping o no scelta personale della famiglia

co-sleeping

Nelle mie consulenze sonno do sempre molta importanza al gestire i risvegli del neonato in maniera comoda anche per la mamma e il papà, in modo da potersi riaddormentare più velocemente e perdere il minor numero di ore di sonno possibile. Detto questo però, non impongo una mia scelta su dove devono dormire i vari componenti della famiglia.

Spesso mi viene chiesto: “Ma il bambino non dorme meglio nella sua stanza?”. La mia risposta è sempre: “Dipende, ma spesso no e inoltre ti complichi la gestione delle notti come genitore”. Non ci sono evidenze scientifiche che certifichino che il bambino dorme meglio nella sua stanza. Certo, ci sono bambini che si svegliano al primo rumore e allora ha senso metterli in un’altra stanza per preservare il loro sonno; lo spostamento perde un pochino di senso se il bimbo si sveglia ancora tanto la notte e noi dobbiamo fare mille volte avanti e indietro tra una stanza e l’altra.

Se vi va di avere dei consigli pratici su come gestire le notti e capire cosa faccio io durante le mie consuelnze ecco un articolo che potrebbe fare all caso vostro.