Risvegli notturni dei bambini: come diminuirli
3 consigli per diminuire i risvegli notturni dei bambini, ridurne la frequenza, la durata dei risvegli ma anche riaddormentarci noi più velocemente. Parlo di diminuzione dei risvegli perchè, soprattutto se si hanno bimbi molto piccoli l'azzeramento dei risvegli è molto difficile ed è anche molto soggettivo da bambino a bambino.
3 consigli utili:
- Routine giornaliera: è fondamentale per aiutare il nostro bambino a costruire delle abitudini in cui sentirsi rassicurato e aver soddisfatto i suoi bisogni primari, non deve essere troppo rigida e impostata seguendo l'orologio ma in base ai segnali che nostro figlio ci da e la nostra conoscenza delle sue abitudini. E' fondamentale non sentirsi imprigionati e limitati in essa si possono fare delle eccezioni 1-2 volte a settimana.
- Addormentamento serale sereno: é importante guardare i segnali di stanchezza che il nostro bimbo ci dà strofina le orecchie o gli occhi oppure sbadiglia per non farlo diventare iper-stanco. Poi costruire una routine nanna a misura della sua età, ad esempio per un bimbo di un anno si possono lavare i dentini e poi leggere una storia tutti abbracciati nel letto e spegnere la luce, oppure se ancora si allatta di solito l'allattamento stesi a letto nella penombra aiuta il rilassamento del bambino.
- Co-Sleeping: avere il bambino vicino ci aiuta a diminuire i tempi di risposta ed ad aiutarlo a riaddormentarlo più velocemente permettendo anche a noi di perdere il minor sonno possibile. In questo articolo trovi le varie forme di co-sleeping.
Come diminuire i risvegli notturni di neonati e bambini
Quelle sopra descritte sono le 3 regole d'oro per diminuirne il numero, avere i suoi bisogni primari (fame, contatto ecc.) soddisfatti è fondamentale per favorire un buon sonno. Ma è molto importante anche avere una gestione comoda dei risvegli che permetta anche a noi di perdere il meno sonno possibile soprattutto di notte.
Ad esempio non abituare il bambino a riaddormentarsi in braccio camminando perchè questo comporta molta fatica per noi, oppre cercare di essere intersambiabili con il proprio partner così se sappiamo che il bimbo non si sveglia per fame possimamo mandare lui a farlo riaddormentare.
Diminuire i risvegli notturni dei neonati non è sempre facile, anche perchè spesso non è facile capire perchè si sveglia soprattutto quando interferiscono la dentizioni, gli scatti di crescita e le malattie; per questo è importante fare un buon gioco di squadra con il proprio partner e documentarsi sul sonno del neonato ancora prima che lui nasca e per qualsiasi domanda io sono a disposizione.
Quando introdurre l'inglese ad un bambino?
E' quasi sempre il momento giusto per introdurre una seconda lingua a nostro figlio, sia che si parli dell'inglese ma anche di un'altra lingua, qualunque essa sia, anche se molto diversa da quella che già conosce. Spesso questa domanda mi viene fatta da famiglie che hanno paura di confondere il proprio figlio o rallentare l'ascquisizione della prima lingua ma non è così andiamo a capirne assieme il perchè.
Acquisizione spontanea Vs apprendimento: quando introdurre l'inglese ad un bambino
La maggior parte dei bambini al mondo è bilingua, non monolingua come siampo portati a pensare noi essendo cresciuti in Italia. Basta pensare ai bambini africani o asiatici che crescono parlando inglese o francese più la lingua locale dalla nascita, ma anche ai bambini italiani a cui viene parlato il dialetto regionale; anche questa è una forma di bilinguismo presente in Italia anche se adesso sta diminuendo.
Nei primi 3 anni di vita il cervello del bambino è molto plastico e esponendolo a più lingue un maggior numero di neuroni saranno impiegati nell'area delle lingue, ecco perchè si parla di acquisizione spontanea e si decanta tanto il bilinguismo infantile.
Sostanzialmente nei primi 3 anni di vita il bambino impara le lingue spontaneamente attarverso l'interazione con il mondo, con i genitori, con i coetanei senza fare fatica e trattenendo un numero maggiore di informazioni, che invece con l'apprendimento vanno perse e ci vogliono più ripetizioni per imparare.
Quando introdurre l'inglese ad un bambino per non causare problemi nello sviluppo del linguaggio
La teoria che prima è meglio imparare bene una lingua e poi aggiungerne un'altra è ormai superata perchè così facendo si persono i primi anni di vita in cui il cervello è altamente assorbente. E' anche superato il concetto di chi è esposto a più lingue inizierà a parlare tardi perchè si è eveidenziato che non c'è una correlazione diretta.
Vi faccio questo esempio pratico, io ho parlato fin dai primi mesi di vita ad entrambe le mie figlie in inglese e la mia prima figlia ha effettivamente parlato più tardi rispetto alla media dei bambini ma perchè lei era molto interessata ad esplorare il mondo e meno focalizzata sul linguaggio, invece la mia seconda figlia ha imparato a parlare in linea con gli altri bambini perchè interagiva molto di più con bambini che già parlavano.
Quindi non avendo evidenze scientifiche che evidenziano un ritardo nello sviluppo in bambini bilingue nelle più recenti ricerche ma solo tesi a favore del bilinguismo infantile vi consiglio di inizare il prima possibile, anche nella gravidanza perchè il bambino dal 5° mese ha sviluppato l'udito. Se invece non avete ancora iniziato e il vostro bimbo è già un pò grandicello non è un problema ma non perdete altro tempo iniziate subito, trovate tanti consigli utili in questo articolo.
Il co-sleeping è pericoloso?
Partiamo subito chiarendo il concetto di co-sleeping: mamma e bambino dormono vicini ma non necessariamente nello stesso letto, in modo tale che la mamma possa toccare/consolare il bambino senza uscire dal suo letto. Ciò permette di gestire in maniera agevole i risvegli notturni, non dovendo uscire dal proprio letto per rispondere ai bisogni del bambino e aiutarlo a riaddormentarsi.
Molto spesso vedo che il co-sleeping viene interpretato come mamma e bimbo dormono nello stesso letto, questo in realtà si chiama bed-sharing ed è una delle varie forme di co-sleeping, per esempio anche avere una culla vicino al lettone è una forma di co-sleeping efficace se non ci sentiamo di condividere il nostro letto matrimoniale con il bambino.
Il co-sleeping è davvero rischioso?
Chiarito l'impostazione del co-sleeping è importante precisare che ci sono alcuni casi in cui è sconsigliato come ad esempio: in caso di dipendenze patologice, in caso la mamma assuma narcotici o psicofarmaci, in caso si abbia ecceduto nell'alcool ecc, ma sono solo in questi casi abbastanza estremi in cui è sconsigliato per tutte le altre famiglie avete il via libera!!!
Una volta escluso queste situazioni vi consiglio sempre di leggere con attenzione e mettere in pratica i consigli per prevenire la Sids che sono fondamentali sia nel co-sleeping the nel bed-sharing, una volta chiare questi principi sta alla famiglia decidere come dormire con il proprio figlio in base anche a quello che piace al bambino indi per cui lo fa dormire meglio.
Co-sleeping o no scelta personale della famiglia
Io nelle mie consuelnze sonno do sempre molta importanza al gestire i risvegli del neonato in maniera comoda anche per la mamma e il papà, in modo da potersi riaddormentare più velocemente e perdere il minor numero di ore di sonno possibile, detto questo io però non impongo una mia scelta su dove devono dormire i vari componenti della famiglia.
Spesso mi viene chiesto: "Ma il bambino non dorme meglio nella sua stanza?" la mia risposta è sempre: "Dipende, ma spesso no e inoltre ti complichi la gestione delle notti tu come genitore". Non ci sono evidenze scientifiche che certifichino che il bambino dorme meglio nella sua stanza, certo ci sono bambini che si svegliano al primo rumore e allora ha senso metterli in un'altra stanza per preservare il loro sonno. Lo spostamento perde un pochino di senso se il bimbo si sveglia ancora tanto la notte e noi dobbiamo fare mille volte avanti e indietro tra una stanza e l'altra.
Se vi va di avere dei consigli pratici su come gestire le notti e capire cosa faccio io durante le mie consuelnze ecco un articolo che potrebbe fare all caso vostro.
L'allattamento al seno aumenta i risvegli notturini?
Sarà vero che l'allattamento aumenta i risvegli notturi? Questa è una domanda che spesso le mamme mi fanno durante le mie consulenze perchè alcune "specialiste" del sonno propongono di interrompere l'allattamento materno nelle ore notturne per far dormire tante ore di fila il bambino. Vi rispondo come consulente sonno ma anche con la mia esperienza di mamma peer dell'allattamento.
L'allattamento aumenta i risvegli notturni in bambini di quale età?
Inanzi tutto bisogna contestualizzare questa domanda: stiamo parlando di un neonato o di un bambino sopra l'anno di vita? Perchè la risposta è ovviamente diversa. In un neonato i risvegli sono fisiologici e fondamentali per una crescita adeguata, non si può lasciare un neonato tante ore senza mangiare a meno che sia lui a chiederlo non svegliandosi. Diciamo però che un neonato che dorme tutta la notte senza sentire lo stimolo della fame e avendo un crescita refolare è veramente raro.
Va fatto un ragionamento diverso invece per i bambini sopra l'anno, che hanno uno sviluppo nella media, in cui se la mamma è troppo stanca o sente il desiderio di smettere di allattare può fare dei tentativi e vedere se il bambino si riesce a riaddorementare anche senza il seno.
Tuttavia il bisogno di mangiare è solo uno dei motivi per cui i bambini o neonati si svegliano, ce ne sono tanti altri come: dolore ai denti, febbre, tosse, scatti di crescita, tappe evolutive del movimento, inserimento al nido, contatto ecc.
Siamo proprio così sicuri che l'allattamento aumenti i risvegli notturini?
Per cui ricapitolando nel neonato non è utile non allattarlo perchè per farlo dormire meglio è fondamentale rispondere adeguatamente ai suoi bisogni durante i risvegli in modo da diminuirli, approfondiamo l'argomento in quest'altro articolo, molto spesso il bisogno dei neonati è appunto quello di mangiare per avere una crescita adeguata ed è fondamentale l'allattamento in questo caso.
In bambini dopo l'anno non allattarli la notte potrebbe migliorare in un primo momento il numero dei risvegli perchè si abbatte il bisogno di mangiare, ma per la mia esperienza dopo un iniziale miglioramento i bambini riprendono a svegliarsi perchè l'allattamento non è solo nutrimento ma anche coccola, contatto, bonding ecc.
Per concludere
I bambini si svegliano per tanti motivi e abituarli a mangiare solo di giorno rispnde solo ai risvegli per fame, inoltre l'allattamento materno è un modo comodo di gestire i risvegli notturni che permette sia a noi mamme che ai nostri figli di riaddormentarsi rapidamente.
Io infatti nelle mie consulenze punto di più su una gestione facile e comoda dei risvegli notturni per facilitare il riaddormentamento di mamma e bambino e nel rafforzare la relazione mamma/bambino attraverso un'efficace comprensione dei suoi bisogni nascosti dietro ai risvegli e dello stato di stanchezza della mamma e del papà. Per saperne di più continua a leggere qui.
A che livello di stanchezza siete voi neo-genitori?